La tenuta Manincor

C’è un filo di snobismo nel modo in cui Michael Goëss Enzenberg“ conte della storica tenuta Manincor rivendica l’assenza di Gewürtraminer nella cospicua produzione di casa sua.

di Angelo Carrillo

Siamo nel cuore di Caldaro, a pochi chilometri da Termeno, e questa assenza è tutt’altro che scontata. La “fortezza” sotterranea che gli architetti Walter Angonese di Caldaro e Rainer Köberl di Innsbruck hanno ricavato nel sottosuolo della storica tenuta, è stato realizzata sbancando e poi ricostruendo quasi al centimetro una collina vitata fino ha una profondità di 18 metri (un palazzo di 8 piani). Mentre la percorriamo dal basso in alto, ammiriamo il prodigioso sistema a “caduta” per la raccolta a la pigiatura delle uve, che convoglia i mosti nei grandi tini di fermentazione con i quali si ottengono le circa 400mila bottiglie che la tenuta Manincor produce ogni anno. Tra questi il rinomato “Moscato GIalllo” che “rappresenta l’alternativa aromatica per il mercato nazionale del Traminer”, spiega il conte. Non è l’unica scelta fuori dai canoni che registreremo nella nostra visita. Sin dal suo ingresso nel mondo della produzione vitivinicola, Enzenberg si è infatti distinto per le sue poco ortodosse. A partire dalla Biodinamica come modello colturale prima che la moda dilagasse e su una scala che ancora oggi ha pochi paragoni non solo in Alto Adige. La tenuta comprende infatti oltre 40 ettari di proprietà.
Il nome Manincor deriva dal latino “manus” ovvero “mano” e dal greco “cor” che significa “cuore”.
Era, infatti, il lontano 1608 quando Hieronymus Manincor, ottenuto l’appezzamento di terra, diede avvio all’attività vitivinicola nella Basso Atesina. Da allora la proprietà passò di mano in mano fino al 1978 quando fu venduta alla famiglia dei Conti Enzenberg che la possiedono ancora oggi. Nel 1991 dopo il matrimonio a Caldaro, di Sophie e Michael Goëss-Enzenberg che, subentrano anche nella conduzione dell’azienda dei conti Enzenberg. L’anno successivo vengono realizzati i primi nuovi impianti nei poderi Tatzenschroat e Mazzon. Nei primi anni novanta Micheal Goëss-Enzenberg scelse di ampliare l’attività vitivinicola dalla sola vendita delle uve alla produzione stessa delle etichette che portano la firma Manincor. Nel 1996 la prima annata dove vengono prodotti sei vini: Kalterersee, Moscato Giallo, Pinot Bianco, Sophie, Mason, Cassiano, e passa poco tempo, nel 1998 dove si segnala il primo grande riconoscimento con il Gambero Rosso che premia con 3 bicchieri il Cassiano del 1997.
Il Conte Michael Goëss-Enzenberg decise inoltre di affidare il progetto della nuova cantina a due firme di architetti che hanno contribuito a renderla celebre: Walter Angonese di Caldaro e Rainer Köberl di Innsbruck. La cantina fu costruita nelle adiacenze della tenuta storica, ma come parte integrate del panorama circostante e, per questo, interamente nascosta sotto il vigneto a riprendere la disposizione stessa delle vigne. L’obiettivo era quello di re-interpretare il paesaggio “edificando nella continuità” dell’ambiente circostante, così come lo hanno definito gli architetti stessi. L’intera struttura monolitica, con le sue pareti oblique in cemento armato color calce, scende in profondità per dare spazio a 3000 mq disposti su tre piani sotterranei che ospitano all’intero tutte le fasi del ciclo produttivo della cantina, dalle barriques ai locali per lo stoccaggio.
L’attenzione ai cicli naturali nelle fasi di svinatura e imbottigliamento e l’utilizzo della forza di gravità garantiscono il massimo rispetto dell’ambiente con la messa in atto di pratiche di viticoltura naturali che non fanno uso di petrolio o gas naturali. A Manincor ogni vitigno è vinificato separatamente e le fermentazioni avvengono spontaneamente grazie all’utilizzo di lieviti naturali. Anche il legno utilizzato durante la fase di affinamento deriva in buona parte dalle querce della tenuta Manincor che si sviluppa su sette poderi per oltre 50 ettari di terreni vitati. Grazie a un sistema di aerazione intelligente, che sfrutta particolari aperture e controlla lo scambio dell’area, la climatizzazione negli ambienti si mantiene ideale in modo naturale e i livelli di umidità risultano adeguati in corrispondenza dei vari locali della cantina. La predisposizione di pompe per lo scambio di calore soddisfano la temperatura degli ambienti sotterranei con il calore geotermico, permettendo di ottenere un livello di temperatura ideale nei diversi ambienti della cantina durante tutte le stagioni dell’anno.
Tutte le operazioni in vigna si attuano nell’ottica di realizzare dei vini quanto più naturali possibili e per questo seguono i principi dell’agricoltura biologica e biodinamica. Oggi tutti i prodotti della tenuta Manincor hanno ottenuto la certificazione biodinamica. La grande estensione della tenuta ha permesso di produrre tre linee di vini e 16 etichette espressione delle diverse denominazioni d’origine e portatrici di tradizione, coraggio, eleganza, raffinatezza, unicità e ricercatezza, note distintive di Manincor.

Réserve della Contessa 2020

Pinot Bianco 57 %, Chardonnay 28 %, Sauvignon Blanc 15 % (Terlaner Doc). Colore giallo intenso con riflessi verdognoli, al naso freschezza fruttata di frutta esotica, mela, albicocca e un sentore floreale e di salvia, al palato avvolgente, elegante, tornano le sensazioni fruttate olfattive, con lunga persistenza.

Sophie 2020

Chardonnay 96 %, Viognier 4 %. Colore giallo brillante, al naso fruttato con sentori di albicocche, arance, floreale con fiori di acacia e di tiglio, al palato avvolgente e corposo, comunque elegante nella struttura, con note sapide persistenti, per dare ancora il meglio necessità di un ulteriore affinamento in bottiglia.

Lieben Aich 2020

Sauvignon Blanc in purezza. Colore giallo oro brillante, al naso intenso di mango, papaya e frutto della passione, al palato corrispondenza gusto olfattiva bella acidità che consente un lungo finale.

Moscato Giallo 2020

Colore giallo paglierino chiaro. Ventaglio aromatico con esaltazione della pesca gialla, noce moscata e melissa. In bocca presenta notevole vivacità e una freschezza che accompagna la lunga persistenza.

Der Keil

Icona dei rossi del Lago di Caldaro o Kalterersee che deriva da uve schiava in ampia prevalenza. Ha colore rubino scarico, profumi di ribes e di lieviti e sapore agile, fresco, di buona persistenza.

Réserve della Contessa 2012

Grande l’impatto olfattivo dove prevale la parte floreale ginestra, camomilla, al palato una elegante sapidità avvolge il cavo orale, dove la freschezza ci fa intuire ancora una possibile continuazione di longevità, ed un finale lungo e persistente su sensazioni minerali.

Réserve del Conte 2019

Lagrein 35%, Merlot 40%, Cabernet 25%. Rosso rubino carico e brillante. Al palato nota evidentemente fresca e giovane, sia per il fruttato di piccoli frutti rossi, che risulta croccante, sia per lo speziato con note.

Rubatsch 2019

Un Lagrein di colore porpora carico e cupo. Il bouquet di profumi è composto da piccoli frutti rossi, liquirizia, pepe bianco e nero. In bocca è persistente, fresco con buona sapidità e lunga persistenza.

Mason di Mason 2018

Pinot Nero in purezza. Rosso rubino carico, al naso frutta matura con una fresca mineralità speziata al palato il sorso è pieno ed intenso tannini morbidi, buona struttura si presenta con un’equilibrata armonia nel finale.

Cassiano 2018

Merlot 40 %, Cabernet Franc 35 %, Syrah 8 %, Petit Verdot 8 %, Cabernet Sauvignon 5 %, Tempranillo 4 %. Colore rosso ciliegia intenso, al naso un bouquet complesso con aromi di ciliege mature, liquirizia ed erbe selvatiche, ed una leggera nota vanigliata al palato delicata la struttura tannica dove tornano le note olfattive, con fresca e speziata persistenza.

Le Petit 2017

Colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso forti sensazioni fruttate che virano sui frutti esotici leggermente maturi, al palato bella acidità con corrispondenza gusto olfattiva.

Privat Magnum

Merlot, Cabernet Franc. Colore rosso porpora scuro, al naso delicato bouquet di profumi con sentori di piccoli frutti neri e rossi, al palato struttura consistente, tannini ancora da polimerizzare ma con un’acidità già agile, finale persistente sulle note olfattive.

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